Reflui di allevamenti Suinicoli
I reflui provenienti dagli
allevamenti suini sono costituiti dagli escrementi e dalle urine degli animali
allevati diluiti nelle acque impiegate per le pulizie dei locali di allevamento.
A questi si aggiungono residui di alimenti, peli, paglie, sostanze impiegate
per la disinfezione e detergenti.
Le caratteristiche
quantitative e qualitative di questi reflui variano in misura considerevole da
allevamento ad allevamento in funzione del tipo di allevamento (suino leggero,
suino pesante, riproduttori, etc), dei sistemi di pulizia impiegati (grigliati,
lavaggi con ribaltine e con getti d'acqua in pressione, etc), dalle dimensione
(numero di capi allevati) e dalla composizione della popolazione animale
(diverse razze, diverse età, diverso tipo di destinazione del suino, etc.),
dall'età degli animali e dal tipo di alimentazione (a secco, in umido, diversi
tipi di mangime, etc.).
A causa di questo grande
numero di variabili non è possibile dare una descrizione generale abbastanza
precisa delle quantità del refluo scaricato da una porcilaia e della sua
composizione. Di seguito si riportano alcune tabelle con alcune indicazioni di
massima sulla composizione delle deiezioni suine.
La tabella seguente mostra
la quantità di escrementi prodotti da suini a varie età:
animale peso
vivo (kg) deiezioni
(% pv)
suinetti svezzati 1-10 1
suinetti 10-25 8
suini rimonta 65 6.5
suini ingrasso 70-100 6.8
scrofe gravide 180 6.
scrofe con suinetti 200 8.8
verri 250 4.8
La tabella successiva
mostra il quantitativo (in grammi) di sostanze inquinanti prodotto giornalmente
da un capo suino da ingrasso a diverse età (peso):
Parametro 60
kg peso 80
kg peso 100
kg peso
Solidi totali 600 650 700
Solidi volatili 430 470 500
BOD 160 180 200
COD 360 410 460
Azoto 20 22 24
Fosforo 14 16 18
Per quanto riguarda la
concentrazione dei solidi totali negli escrementi uniti alle urine, essa varia
dal 6-7% utilizzando un'alimentazione umida, al 16-18% con un'alimentazione a
secco. In ogni caso essi vengono ulteriormente diluiti dalle acque impiegate
per la pulizia che varia moltissimo a seconda dei sistemi adottati, ed in media
si aggira attorno ai 10-20 litri al giorno per capo.
In linea di massima
possiamo dare una composizione indicativa di un refluo suino calcolando la
produzione di sostanze inquinanti in funzione del peso vivo dei capi che
compongono l'allevamento utilizzando le seguenti relazioni:
refluo = 0.075 x Peso
Vivo Solidi
Totali = 0.1 x refluo
Solidi
Volatili = 0.75 x ST Azoto
totale = 0.065 x ST
Fosforo
totale = 0.022 x ST COD = SV BOD = 045 x COD
quindi si calcola il volume
complessivo dello scarico aggiungendo al volume del refluo quello delle acque
di lavaggio. La concentrazione delle singole componenti si ottiene dal rapporto
tra la loro massa ed il volume del refluo.
Naturalmente in sede di
progettazione occorre un'analisi chimica del refluo da trattare ed un'accurata
valutazione dei volumi, come verrà illustrato, in modo più in dettagliato,
successivamente.
Una caratteristica comune a
tutti i reflui suini, ma in genere anche quelli bovini e di altri animali, è
l'elevato contenuto di azoto. Questo costituisce un problema in quanto la
digestione anaerobica non è in grado di abbassare il contenuto di azoto che si
ritrova quasi completamente nell'effluente sotto forma ammoniacale e con valori
tali da precludere lo scarico diretto in base alle normative vigenti. Quindi
quasi sempre si rende necessario un post-trattamento, in genere biologico, che
risulta sfavorito dal basso rapporto C/N (carbonio utilizzato nella digestione
anaerobica). Dall'altra parte un processo aerobico potrebbe risolvere il
problema della rimozione dell'azoto (nitrificazione/denitrificazione) tuttavia
l'elevato carico organico dei reflui suini presenta notevoli richieste
energetiche e quindi costi rilevanti. Per superare questi inconvenienti spesso
si ricorre parallelamente ad entrambi i sistemi di depurazione biologica:
trattamento aerobico del surnatante e anaerobico della frazione sedimentata del
refluo.
Infine si ricordi che i reflui suini contengono solidi
grossolani che possono causare inconvenienti a dispositivi meccanici ed
idraulici, oltre che essere di difficile biodegradabilità. Quindi si consiglia
un pretrattamento di "filtrazione" grossolana utilizzando stacci
vibranti o rotanti che tolgono dall'influente peli, paglie, etc..
Reflui di allevamenti bovini
I reflui degli allevamenti
bovini sono costituiti da feci urine degli animali allevati, a cui si aggiunge
il materiale impiegato per la lettiera (quando il tipo di allevamento lo
richiede: manca nell'allevamento su grigliato), acque di lavaggio (sopratutto
in presenza della sala di mungitura), residui alimentari, etc..
Anche per i reflui
provenienti dagli allevamenti bovini valgono le stesse condizioni generali già
indicate per i reflui suini, cioé l'estrema variabilità delle caratteristiche
qualitative e quantitative in funzione di diversi fattori tra cui il tipo di
allevamento, l'età degli animali, le dimensioni dell'allevamento, il tipo di
stabulazione, il materiale eventualmente impiegato per la lettiera, il tipo di
alimentazione, etc..
La digestione anaerobica si
presta al trattamento dei reflui provenienti da allevamenti su grigliato, dove
il materiale da trattare è costituito in prevalenza da urine e feci, al
contrario negli allevamenti dove si impiega la lettiera conviene la classica
digestione in concimaia per la produzione di letame, ammendante tuttora
ricercato in agricoltura. Quindi in seguito parlando di reflui bovini si farà riferimento
al primo caso.
Una delle caratteristiche
principali dei reflui bovini è l'elevata concentrazione di sostanze solide che
aumentano la densità che ne aumentano la densità, creando spesso difficoltà di ordine
tecnico per il pompaggio e la movimentazione nel reattore, e ne rendono
difficile la sedimentazione. Per superare questi inconvenienti si ricorre
spesso ad un tipo di reattore con poche esigenze operante sull'intero effluente
senza alcun pretrattamento e con tempi di ritenzione dei solidi abbastanza
lunghi da consentire una discreta riduzione del contenuto di solidi digeribili.
In genere viene impiegato un reattore di tipo plug-flow costituito da una vasca
dotata di opportuni setti per aumentare il rapporto lunghezza/larghezza del
percorso, adeguatamente coperta per il recupero del biogas.
Come già detto la
composizione del refluo bovino è molto variabile, comunque in linea di massima
di può far riferimento alla tabella che segue:
Parametro quantità
Solidi Totali (%) 10-25
Solidi Volatili (% su ST) 77-86
BOD (g/Kg) 13-25
COD (g/kg) 70-120
pH 6.9-8.8
La quantità di escrementi
ed urine prodotte giornalmente è in funzione principalmente del tipo di
alimentazione e di allevamento, dell'età dell'animale e dallo stadio
produttivo, indicativamente un vitellone di 400 kg alimentato a silomais ed
orzo produce circa 18-20 kg di refluo al giorno (al 8-9% si ST), mentre lo
stesso alimentato a fieno ed orzo produce 23-25 kg al giorno di deiezioni (al
11-13% di ST); una vacca in lattazione del peso attorno ai 600 kg produce 53-58
kg di deiezioni al giorno, mentre la stessa in asciutta ne produce circa 10 kg
in meno.
In generale per farsi
un'idea del quantitativo di sostanze inquinanti prodotte giornalmente da un
allevamento bovino (su grigliato), ci si può considerare una concentrazione
media di solidi totali del 11-13% e
basare sul peso vivo degli animali allevati, impiegando le seguenti
relazioni ricavate empiricamente su dati provenienti da diversi tipi di
allevamento:
ST = 0.008 x peso
vivo SV = ST x 0.8 P = 0.006 x ST
BOD = 0.18 x ST COD = 1 x ST N = 0.033 x ST
Resta inteso che prima di
un qualsiasi intervento reale su di un allevamento bovino occorre una precisa
determinazione sperimentale della quantità del refluo prodotto e delle sue
caratteristiche qualitative durante un periodo più o meno lungo a seconda delle
variazioni nell'ambito dell'allevamento.